“I walk blindfolded”

Ultimamente ho avuto modo di mostrare in world una serie di foto, (precisamente alla GenovArt) sperimentando un genere diverso dal mio solito ed essendo severa ma sincera con me in ogni dove, il risultato non è stato particolarmente soddisfacente. Ma a parte questo come sempre ho voluto dare più risalto al concetto dietro questo esperimento, che alle foto stesse. Poiché non sempre si ottiene le due cose insieme, meglio allora concentrarsi su un solo aspetto che vorresti trasmette tralasciando quello che è visibile allo sguardo. Donne dietro la finestra, quelle persiane spalancate, semi-chiuse, le finestre.. i nostri occhi interiori …mostrarsi o nascondersi? Più o meno il dilemma di sempre dell’essere umano che sia di carne pixel o mesh.

Cammino spesso bendata anche senza averla…indossata

“I walk blindfolded”  la mia tenda la mia armatura, che si tramuta in potere a volte, il nutrimento della mia anima a brandelli. “I walk blindfolded” per non vedere ma spesso…  per non essere vista, preferisco. “I walk blindfolded” i respiri solitari, il bisogno di restare talvolta sola ma felice, “I walk blindfolded” quando dono la parte devota e ubbidiente a pochi. “I walk blindfolded” quando scelgo chi voglio avere vicino. Gli eletti.

Non è presunzione, è difesa e protettivi con noi stessi lo si diventa dopo l’ennesima volta che ti butti via, odiandoti nell’esser stata superficiale al punto che ti sei fatta addentare dalla vita senza reagire.

“I walk blindfolded” per “vestirmi” del velo nero quando sto in lutto emozionale, derubata di stimoli interiori ovunque. “I walk blindfolded” la foto del quadro numero 4 quella più apprezzata fra tutte, la donna seduta sul davanzale della finestra, che solo in apparenza mostra la sua nudità mentre la realtà è che ti sta dicendo “guarda la mia parte superficiale, non sei in grado di meritarti il meglio di me” ecco cosa voleva dire L’avranno capito? Importa sapere se è stato percepito?  Qualcuno d’inaspettato si, me ne sono accorta quando mi è stata rivolta una domanda precisa.

“come mai spesso è bendata la modella”

Me ne sono accorta quando per la prima volta in tanti anni ho ricevuto una recensione poetica bellissima di tutto quel mio lavoro.

Ecco quello per cui gioisco, sapere che qualcuno è andato oltre, varcando le persiane, varcando quella benda ha cercato il perché. Questo conta, spogliare davvero una foto e ricercarne il vero significato.

“I walk blindfolded” non sono per tutti, e spesso non sono abbastanza nemmeno per me stessa. non per arroganza, direi piuttosto il coraggio di spogliarsi da una maschera e indossare la benda, e nel farlo assaporarne la sostanziale differenza.

Guardare più dentro noi, invece che davanti a noi.

Vivi nascosto. (Epicuro)